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Il Paradosso del Polline

Gli evoluzionisti hanno delle “reazioni allergiche” verso il Polline Precambriano. I fossili del Sud America sono oltre un miliardo di anni fuori tempo.

dida e Carl Wieland
Tradotto da Eleonora Battezzato per Associazione Italiana Studi sulle Origini

Illustrato da Caleb SalisburyPollen paradox

Sir Walter Raleigh d’ Inghilterra, il quale introdusse il tabacco e le patate in Europa, è meglio conosciuto per aver presumibilmente utilizzato il suo costoso mantello per coprire una pozza di fango, per proteggere i piedi della Regina Elisabetta I. Fu decapitato dal suo successore James I (noto per la sua traduzione della Bibbia KJV) nel 1618, ma non prima di diventare il primo Europeo a scoprire il Monte Roraima nel Sud America. La sua cima, 2810m (9,219 piedi) sul livello del mare, si trova in Venezuela.1 Il luogo funse anche da scenografia per il famoso racconto di Conan Doyle “Il mondo perduto”.

Il Monte Roraima fa parte di un gruppo di altopiani, conosciuti localmente come “tepuis”, composto da un’arenaria di quarzo d’arenite. Questo si pensa sia i resti di un grande altopiano di arenaria.

Secondo tutti i metodi geologici ortodossi, incluso la “datazione” radiometrica, questa roccia sarebbe stata deposta non meno di 1.7 (i più affermano 1.8) miliardi di anni fa.

Sulla colonna geologica standard dell’evoluzione (Fig 1), questo strato era il Precambriano, in cui non dovrebbero apparire nessune delle forme di vita multi cellulari sulla Terra, solo batteri e alghe. Questo è certamente molto, molto tempo prima che ci dovrebbe essere qualsiasi pianta sulla terra in grado di produrre spore o pollini. Il primo strato in assoluto, al quale gli evoluzionisti potrebbero consentire qualsiasi cosa anche minimamente somigliante a una pianta da semina, è il tardo Devoniano, circa 380 milioni di anni fa.

Fossili nell’epoca sbagliata.

Eppure fossili di spore e pollini sono stati ritrovati nella formazione del Roraima, come riportò un articolo del 1966 nella prestigiosa rivista Nature.2 Ciò significa che sono fuori tempo di almeno 1.300 milioni o 1,3 miliardi di anni .

Geologic column

La scoperta fu fatta nel 1963, quando un palinologo,3 proveniente da una compagnia petrolifera, testò dei campioni raccolti sul luogo da un botanico. Il sopra-menzionato articolo nella rivista Nature, fu scritto da R.M. Stainforth,4 un geologo alquanto considerato come una autorità della stratigrafia e micropaleontologia di quella regione. Fu un così sconcertante ritrovamento (per chi crede nelle lunghe ere) che nel 1964, una spedizione speciale di geologi qualificati venne inviata per verificare i fatti. Essi raccolsero molti campioni, cercando di evitare le zone dove il polline dall’esterno poteva entrare nelle rocce (come le sfaldature). A seguito, tre palinologi testarono indipendentemente i campioni, e trovarono molti in più degli stessi fossili di polline e spore.

Potrebbero le rocce essere state datate erroneamente?

Una lettera del 1964 indirizzata a “Nature” citò gli studi svolti riportati dalla stessa rivista l’anno precedente, confermando che alla rioccia del Roraima doveva essere definitivamente attribuita quella vasta età nel sistema evolutivo.5

Nei suoi appunti che accompagnano una weblist di molti dei suoi articoli, Stainforth, certo delle lunghe ere dell’evoluzione, affermò riguardo il suo ritrovamento:

“Le rocce esaminate sono indubbiamente antiche (Precambriane) e sono così alterate che non vi è alcuna sostanza organica che dovrebbe essere identificabile in esse. Esse sono anche fisicamente dense, con alcun passaggio evidente (permeabilità naturale, porosità o spaccature) attraverso cui le particelle solide potrebbero penetrarle. Eppure, le tecniche palinologiche standard recuperarono dai campioni fossili di polline ben conservati!!!6 (Triplo punto esclamativo nell’originale.)

Le specie responsabili per i fossili di pollini e spore sono difficili da stabilire con certezza, ma non rappresentano definitivamente il genere di specie in quelle zone ai giorni nostri. Come affermato, esse non possono essere più vecchie del Devoniano. La maggior parte delle relazioni indicano delle specie di piante che il pensiero evolutivo inserisce nel periodo Terziario, alcuni 60 milioni di anni fa. Questo rende la discordanza evolutiva di oltre 300 milioni di anni peggiore rispetto ai 1.3 miliardi di anni affermati precedentemente.

Facendo i conti con il dilemma

Nel suo articolo originale nella rivista “Nature”, Stainforth riferisce come le opinioni su questo paradosso evoluzionistico decadono sostanzialmente in due campi (entrambi certamente legati alle lunghe ere). Il primo campo sostiene, infatti, che la datazione radiometrica mostra che la roccia deve avere quell’età. Ma in base al ragionamento evoluzionistico, avere piante che vivono in un’epoca ben oltre un miliardo di anni prima che esse emersero è impossibile. Perciò il polline deve rappresentare una sorta di contaminazione secondaria.

In aiuto alla loro affermazione, essi affermano che la roccia mostra alterazioni significative da metamorfismo,7 rendendo impossibile che il polline fossile possa essere sopravvissuto.

Il secondo campo risponde che nessuno ha mai testato il pensiero che il polline fossile non possa sopravvivere al metamorfismo. (Ciò era vero all’epoca, ma non ora: un articolo del 2007 descrisse “straordinariamente conservate” spore fossili nella roccia nelle Alpi Francesi che avevano sopportato un alto grado di metamorfismo.8 Uno di noi (E.Silvestru) è anche familiare con le spore fossili nella roccia metamorfica romena.)

Il secondo campo mostra anche che la natura alterata (indurita) della roccia sia la prova per il pensiero che:

“… non è possibile concepire alcun metodo fisico attraverso la quale i pollini (e spore) potrebbero essere stati introdotti nei sedimenti metamorfici dall’esterno. Esse sono rocce impermeabili dense compresse da un sovraccarico di un centinaio di piedi …(e) la superficie che fu campionata deve essere stata in profondità dentro la formazione fino a tempi abbastanza recenti.”9

L’ultimo paragrafo di Stainforth afferma: “Noi non offriamo alcuna soluzione al paradosso.” Esso conclude definendo questo “un problema geologico estremamente affascinante.”

Le regole del gioco

E’ stato a lungo ovvio che la struttura del pensiero evolutivo di lunghe ere è un potente paradigma filosofico che resiste alla falsificazione. Gli evoluzionisti hanno protestato che sarebbe “facile” falsificare l’evoluzione e il suo associato sistema di lunghe ere: basta semplicemente produrre un fossile sostanzialmente fuori posto, come per esempio conigli nel Cambriano.

Ci sono stati infatti molti casi dove sono stati trovati fossili in luoghi in cui non ce li saremmo aspettati. Tuttavia, questi servono solo a dimostrare le strategie disponibili ai sostenitori delle lunghe ere per fare fronte alle scoperte inaspettate. Essi possono, per esempio, estendere la gamma conosciuta di specie per incorporare la nuova informazione.

Detto semplicemente, il polline del Roraima “non può avere” la stessa età della roccia, altrimenti l’intero sistema geologico di lunghe ere, con la sua progressione evolutiva, collassa.

Detto semplicemente, il polline del Roraima “non può avere” la stessa età della roccia, altrimenti l’intero sistema geologico di lunghe ere, con la sua progressione evolutiva, collassa. Oppure essi possono presumere che il fossile sia un esempio di “revisione”. I fossili dell’età A sono stati introdotti in qualche modo in uno strato dell’età B. A volte esiste la prova che una così “intrusiva sepoltura” sia successa. Ma come notiamo dalla posizione del primo campo riguardo il polline del Roraima, può essere (e spesso lo è) tenuto un atteggiamento di sfida della prova fisica.

Detto semplicemente, il polline del Roraima “non può avere” la stessa età della roccia, altrimenti l’intero sistema geologico di lunghe ere, con la sua progressione evolutiva, collassa. L’unica alternativa ragionevole sarebbe la creazione biblica (soprannaturale, recente).

Così questi fossili devono semplicemente provenire da un epoca molto più recente, essendosi in qualche modo inglobati nella roccia un’infinità di centinaia di milioni di anni dopo che essa si formò e temprò (secondo la storia evoluzionistica).

Cosa succederebbe se tutti questi tentativi di spiegazione fallissero, e la prova fisica venisse affrontata onestamente, come per il secondo campo sopra menzionato? Bene, si porrà su uno scaffale come un mistero irrisolto. Questo è ciò che è accaduto per la prova del Roraima per circa mezzo secolo.

Ad ogni modo, è come un gioco con i dadi truccati – “la casa” (il pensiero di lunghe ere) vince sempre.

Riferimenti e appunti

  1. L’estensione della montagna (31 km o 12 miglia quadri) include il triplo punto di confine del Venezuela, Brasile e Guyana (in precedenza British Guiana). Torna al testo.
  2. Stainforth, R.M., Episodio del polline e delle spore nella Formazione del Roraima del Venezuela e del British Guiana, Nature210: 292-294, 1966. Torna al testo.
  3. Palinologia = lo studio dei pollini e delle spore, ecc, attuali e fossili. Torna al testo.
  4. Fu la forza trainante dietro il bollettino dell’Associazione Venezuelana di Geologia, Minerali e Petrolio. Torna al testo.
  5. Bailey, P.B.H., Ritrovati possibili Microfossili nella Formazione del Roraima nel British Guiana, Nature 202:384, 1964. Bailey fu con il Servizio Geologico del British Guiana, Georgetown. Torna al testo.
  6. Vedi: 1966 pezzo in rpasmd.org/rms/Annotated_list_pubns.htm (disponibile tramite web.archive.org). Vedi anche: rpasmd.org/rms/Discussion_Roraima.htm (disponibile tramite web.archive.org) e rpasmd.org/rms/Pollen_Roraima.htm (disponibile tramite web.archive.org). Torna al testo.
  7. Questo accade quando la roccia viene trasformata dalla ricristallizzazione, per esempio attraverso il calore e la pressione, in un altro tipo. Il calcare in marmo è un esempio. Torna al testo.
  8. Bernard, S. et al., Exceptional preservation of fossil plant spores in high-pressure metamorphic rocks, Earth and Planetary Science Letters 262(1–2):257–272, 2007. Torna al testo.
  9. Rif. 2. Il polline nel Roraima fu anche trovato nella cornubianite, una roccia molto dura formata attraverso il metamorfismo di contatto. Torna al testo.

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