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L’abile sistema di sopravvivenza della lumaca mozzata

di Filippo Robinson (Philip Robinson)
tradotto da Paolo Tallone – Creazionismo e Scienza

La testa della lumaca di mare ha iniziato immediatamente a muoversi da sola dopo essersi separata dal corpo. Sayaka Mitoh, la scopritrice scioccata allora studentessa di dottorato presso l’Università femminile di Nara in Giappone, disse: “Pensavamo che sarebbe morta presto senza cuore e altri organi importanti, ma siamo rimasti nuovamente sorpresi nello scoprire che rigenerava tutto il corpo.”1 Dopo questa scoperta accidentale, Mitoh condusse ulteriori ricerche su due specie di lumache di mare, la Elysia cf . marginata e la Elysia atroviridis.2

Sayaka Mitoh © 2021 Elsevier Inc.Severed-slugs-survival-system

La perdita volontaria di una parte del corpo è chiamata autotomia (dal greco “auto-taglio”). Si ritiene che la perdita del corpo sia un meccanismo difensivo in reazione all’accumulo di parassiti o tossine nel corpo, che possono inibire la riproduzione. Le lumache di mare hanno un “solco trasversale sul collo, che sembra essere un ‘piano di rottura’ predeterminato” da cui il corpo si stacca. Mitoh e il suo collega, il professore di ecologia acquatica Yoichi Yusa, hanno legato delicatamente una sottile corda di nylon attorno a questa scanalatura in sei pezzi. Cinque di loro si sono autotomizzati in quel solco nel giro di un giorno. Il restante pezzo ha impiegato nove giorni perché la corda si era spostata. Dopo l’autotomia, la E. marginata ha rigenerato il suo intero corpo in circa venti giorni. La E. atroviridis ce ne ha messi solo sette.

Entrambe le specie sono sacoglosse o lumache di mare “a energia solare”, grazie ai cloroplasti che integrano nei loro corpi dalle alghe di cui si nutrono. (I cloroplasti sono minuscole fabbriche che le piante utilizzano per la fotosintesi, cioè per produrre zuccheri contenenti energia dalla luce solare, dall’acqua e dall’aria.) Questo processo è noto come cleptoplastica (dal greco: “ladro di plastidi”). I cloroplasti continuano la loro fotosintesi dalla luce che passa attraverso la pelle traslucida della lumaca. Gli animali possono alimentare il proprio corpo grazie alla fotosintesi dei cloroplasti, grazie al modo in cui i loro sistemi digestivi sono distribuiti nei loro corpi.

Le lumache di mare sacoglosse sono gli unici animali multicellulari conosciuti a fare questo. Mitoh e Yusa suggeriscono che questa capacità consente loro di sopravvivere abbastanza a lungo da rigenerare un altro corpo dopo aver perso quello precedente.

I ricercatori concludono che “l’autotomia in questo studio è notevole in quanto gli animali con piani corporei complessi possono sopravvivere anche se perdono il corpo principale”.

Gli evoluzionisti devono affermare che questo sistema si è evoluto attraverso un processo naturalistico di tentativi ed errori, passo dopo passo. Immagina una lumaca di mare che ha accumulato cambiamenti accidentali del DNA (mutazioni) che le hanno fatto abbandonare il suo corpo. A meno che non avesse già evoluto tutti i macchinari e la programmazione necessari per rigenerare il suo intero corpo abbandonato, sarebbe morto e, ovviamente, non ci sarebbero stati altri discendenti. Quindi quei cambiamenti nel DNA non sarebbero passati alle generazioni future e l’intero processo sarebbe giunto al termine. In breve, sembra che, come per tante altre meraviglie naturali, tutti i componenti del sistema devono essere presenti contemporaneamente per essere di qualche beneficio. Ciò significa che non può essersi evoluto secondo un processo darwiniano per “fasi”. Una tale meraviglia della natura dovrebbe essere giustamente attribuita al Dio Creatore della Genesi.

Riferimenti e note

  1. Massey, S., Le lumache di mare si recidono la testa e rigenerano nuovi corpi, suggerisce uno studio (Sea slugs sever their own heads and regenerate new bodies, study suggests), standard.co.uk, 8 marzo 2021. Ritorna al testo.
  2. Mitoh, S. e Yusa, Y., Autotomia estrema e rigenerazione dell’intero corpo in lumache di mare fotosintetiche (Extreme autotomy and whole-body regeneration in photosynthetic sea slugs), Current Biology 31(5):233–234, 2021. Ritorna al testo.